Come accadde nel 2012, ritorna alla ribalta la richiesta di pagamento del canone RAI alle imprese.
Si stima che il costo a carico delle imprese potrebbe aggirarsi attorno al miliardo di euro: si prevede a tal proposito un vero e proprio invio «massivo» di bollettini precompilati che, secondo la CNA, ha tutta l’aria di «una pesca a strascico» in cui si butta la rete nella speranza che intrappoli il maggior numero di pesci.
Infatti, nel totale dei 4,5 milioni di partite IVA italiane (imprese, artigiani, professionisti) c’è già chi, per non avere grane, ha pagato senza porsi tante domande i 407,35 euro reclamati quale importo minimo del “canone speciale”, magari, come denuncia la stessa CNA, non dovendo pagare neppure un euro.
È auspicabile a breve un presa di posizione sulla questione da parte del Governo, oltre al blocco immediato dell’invio dei bollettini; come ha affermato il presidente della CNA, Daniele Vaccarino, «la RAI sta imponendo un balzello su strumenti di lavoro che gli imprenditori, trattati come bancomat, non utilizzano certo per guardare i Mondiali di calcio» … «due anni fa la reazione del mondo produttivo e delle associazioni aveva costretto viale Mazzini alla marcia indietro»: le imprese si augurano che il finale sia lo stesso. (Italia Oggi del 1 luglio 2014, pag. 27, di Francesco Cerisano)