La riforma delle sanzioni amministrative tributarie contenuta nel D.Lgs. 24 settembre 2015, n. 158 presenta tratti di scarsa coerenza normativa: non si comprende, ad esempio, perchè per alcune tipologie di violazioni il Legislatore abbia disposto una riduzione delle sanzioni mentre per altre no.
Basti pensare, a questo proposito, alla mancata emissione di scontrini e ricevute fiscali, per la quale continuerà ad applicarsi una sanzione del 100 per cento del tributo, oppure allo “splafonamento” nell’ambito della disciplina delle esportazioni: per quest’ultima violazione non è stata modificata la sanzione dal 100 al 200 per cento. In tale contesto bisogna fare i conti poi con la recidiva (che si configura quando in capo al soggetto si registrano plurime violazioni), per effetto della quale si potrebbe arrivare ad un generale innalzamento delle sanzioni.
L’impianto sanzionatorio inoltre non risulta sempre coordinata con altri interventi normativi: nell’ambito delle operazioni con Paesi “black list”, ad esempio, il D.Lgs. n. 471/1997 non è allineato con le novità previste dalla legge di Stabilità 2016. (Il Sole 24 Ore del 17 febbraio 2016, pag. 33, di Dario Deotto )